giorno 100 - 28 novembre 2006 | |||
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Malgrado tutte le nostre buone intenzioni, alla fine ci siamo convinti: è impossibile avvicinarsi alla città con il camper. San Antonio è una ragnatela di austostrade e tutte convergono verso il centro città. Questa mattina poi siamo stati inghiottiti dal traffico dei pendolari e vi assicuro che non è stato affatto divertente. Proseguiamo per Galveston, la cittadina marittima davanti a Houston, evitando anche questa altra grande città. In un certo senso, le città texane non mi attirano comunque. Usciamo dall'autostrada per seguire strade alternative verso il mare, nella speranza che il paesaggio diventi più ameno. E così è: arriviamo a Freeport proprio all'ingresso dell'isola di Galveston e il panorama è sbalorditivo. Ho ancora negli occhi il deserto, cieli limpidi, fiumi e montagne, e ritrovarsi adesso improvvisamente in una giungla è cosa inaspettata. Ma si tratta di una giungla di cemento, per la precisione di raffinerie di petrolio, industrie che sputano chissà che robaccia in cielo e cisterne di benzina tutte allineate e pronte per il trasporto con i TIR che entrano ed escono in continuazione dai cancelli. Sembrano i tentacoli di una piovra gigantesca. L'aria puzza di zolfo e gli occhi mi bruciano. Scappiamo di filati da Freeport e prendiamo il ponte che ci collega all'isola di Galveston. Qua il paesaggio ci rincuora un tantino, sono 35 km circa di spiagga lungo cui sono allineate casette dall'aspetto familiare, almeno dal punto di vista architettonico, ma tutte sopraelevate come palafitte su massicci pilastri di legno, forse a causa dell'alta marea o come prevenzione dagli uragani (e qui ne sanno qualcosa). A 15 km dalla città di Galveston ci imbattiamo in un parco statale con un campeggio proprio sulla spiaggia e decidiamo di passare la notte qua. Abbiamo ancora mezza giornata davanti, tutto il tempo necessario per andare in Vespa al centro storico della città. Si tratta di 3-4 isolati restaurati alla perfezione, edifici di mattoni rossi che un tempo erano le sedi di banche, assicurazioni ecc. datati attorno al 1878. Ora vi risiedono pub, ristoranti e negozi di ogni tipo. La zona è deserta però, non c'è anima viva in giro e ci basta una mezz'oretta per visitarla. Decidiamo quindi di perderci tra le stradine residenziali di Galveston e qui giungiamo alla conclusione che a parte il centro storico, il resto della città non ha nulla da offrire. Certo, ci sono moltissime case in stile vittoriano molto curiose, alcune molto ben restaurate (a parte la scelta dei nuovi colori per le facciate - rosino, violetto, ecc.), ma stanno di fianco ad altre completamente in sfacelo, spelate e con le finestre sbarrate da assi di legno. A Petino non piace e mi dice che il tutto ha un "odore Coloniale", nel senso che rispecchia lo stile del New England che ormai ci esce dagli occhi. Ci fermiamo sul lungomare (ehm si dice lungoceano?) ad osservare alcuni surfisti a cavallo delle onde e poi torniamo in campeggio per la cena e il meritato riposo. |
![]() Il fiume Colorado in Texas. |
![]() Il ponte per l'isola di Galveston, da qua non si vede se dall'altra parte scende. |
![]() Vagoni-cisterna-tentacoli pronti per il trasporto. |
![]() Un mostro industriale. |
![]() La versione texana dello stile coloniale. |
![]() Seawall Blvd a Galveston. |
![]() Il centro storico. |
![]() Un lampione a cherosene. |
![]() Un edificio storico. |
![]() Un altro edificio storico. |
![]() Una tromba non storica nel centro storico. |
![]() Edificio di una vecchia compagnia di assicurazioni. |
![]() Una facciata ornata. |
![]() Tavolini all'aperto di un pub. |
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